'Il vaccino è l'estintore di questo grande incendio'
La dottoressa Raffaella Angelini dell'Ausl Romagna risponde alle nostre domande sull'importanza della campagna vaccinale per uscire dalla pandemia
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La zona rossa scatta quando si hanno più di 250 casi di positività al coronavirus ogni 100mila abitanti, una condizione che ha interessato tutti e tre i distretti Ausl della provincia di Ravenna durante tutto il mese di marzo. Una nota positiva in questa terza o seconda ondata però c'è, come spiega la dottoressa Raffaella Angelini dell'Ausl Romagna: “Nell'altissimo numero di ricoveri registrati per Covid sono calate notevolmente le presenze degli over 80 così come quelle del personale sanitario. I focolai nelle Case Residenza per Anziani sono pressoché nulli: l'8 febbraio 2021 a Ravenna c'erano 8 focolai aperti nelle Cra mentre a un mese di distanza, l'8 marzo, ce n'erano solo 3, praticamente insignificanti dal punto di vista clinico. Questo è l'effetto del vaccino”.
Perché è importante vaccinarsi?
“Perché si evita di ammalarsi di una malattia che ha un'alta percentuale di imprevedibilità: per molte persone si presenta con sintomi banali, ma altre vanno incontro a polmoniti molto serie. In queste ultime settimane il coronavirus è mutato e ora anche i più giovani vengono attaccati dalla malattia. Il vaccino serve per prima cosa a chi lo riceve, ma non dimentichiamo che il beneficio che ne possiamo trarre è collettivo, perché il virus si ferma solo se trova delle persone immuni. Abbiamo solo 2 sistemi per uscire da questa pandemia: le misure igieniche e il vaccino. Le misure igieniche sono l'idrante, il vaccino è l'estintore di questo grande incendio. L'alternativa è restare chiusi in casa per sempre”.
Quali rischi corre chi si vaccina?
“Al momento gli effetti collaterali riconosciuti sono quelli noti e scritti anche nel bugiardino del farmaco: febbre, cefalee e dolore alle ossa. Non è stata dimostrata nessuna correlazione tra i decessi avvenuti in Italia in persone vaccinate e il vaccino stesso. Dobbiamo imparare a gestire le paure e le irrazionalità che trovano spazio soprattutto a causa della disinformazione. Pensiamo solo al quadro inglese: nel Regno Unito sono stati vaccinati oltre 11 milioni di cittadini, proprio con AstraZeneca, e non ci sono stati eventi avversi gravi se non gli effetti collaterali descritti prima. Prima delle valutazioni delle autorità, sia l'Oms che l'Aifa avevano dichiarato che il vaccino è sicuro. Purtroppo c'è da dire che ci siamo anche un po' assuefatti ai numeri di morti e di malati che vengono dichiarati ogni giorno, un'assuefazione che ci fa dire ‘se non l'ho preso finora vuol dire che sono salvo'. Purtroppo non è così”.
Il vaccino ci pone davanti a una scelta. Come si coniuga la libertà personale di rifiutarlo con il benessere della comunità?
“All'inizio della campagna vaccinale è stata scelta la politica delle persuasione per convincere la popolazione a vaccinarsi. Quando però ci troviamo davanti a importanti attività sanitarie con personale non vaccinato, io penso che lo Stato dovrebbe introdurre meccanismi più vincolanti. Per chi fa un determinato mestiere, a contatto con persone fragili e vulnerabili, il vaccino non può essere una scelta. Ci devono essere delle regole. Noi non siamo liberi di passare con il rosso a un semaforo o di guidare ubriachi. La libertà di ciascuno di noi finisce quando lede quella degli altri”.