La Ravenna che si prende cura di chi ha bisogno
"In questa città ho trovato alcuni aiuti importanti ma anche diverse barriere ancora da abbattere"
Mirella si è trasferita a Ravenna per seguire un percorso terapeutico al Centro Iperbarico. Questa è la sua storia, raccontata attraverso i suoi occhi e le sue esperienze quotidiane.
Prima della partenza per Ravenna, erano ancora tante le cose che dovevo fare: trovare alloggio, cercare il modo meno dispendioso per raggiungere quotidianamente il centro iperbarico e poi la cosa forse più importante di tutte: a causa delle mie difficoltà motorie, infatti, ho bisogno di assistenza ventiquattro ore su ventiquattro, quindi era essenziale trovare qualcuno che si prendesse cura di me durante i periodi di permanenza in città.
Le mie amiche, già avvezze a questo tipo di problematiche, mi hanno consigliato di rivolgermi alla “Pubblica Assistenza”, ma ho scoperto che si tratta una soluzione molto costosa. Dunque ho fatto ciò che fanno tutte le persone che hanno bisogno di informazioni: ho “smanettato” su internet!
Ecco qui, dunque, le risorse che ho trovato e sperimentato nel corso del tempo, a beneficio di chi può trovare queste informazioni utili, così come lo sono state per me.
Le risorse utili
In primo luogo, ho scopertodue associazioni di volontariato, Ada e Auser, la cui attività è diretta a rendere più agevole il disbrigo di commissioni giornaliere per coloro che si trovano in difficoltà, grazie all'operato di volontari che, con una quota minima, si mettono a disposizione di chi non può raggiungere autonomamente i luoghi di cura.
Poi c'è il trasporto SAP, un servizio messo a disposizione dal Comune di Ravenna per le persone con disabilità, anch'esso molto valido, di cui sarebbe opportuno potenziare le prestazioni.
I lati negativi e le cose che mancano
L'Emilia Romagna, mi dicevano, è per eccellenza, la regione più attenta al sociale.
Ciò è sicuramente vero se la si raffronta con il meridione d'Italia, ed è evidente nell'avanzamento socio-culturale e architettonico.
Tuttavia, anche qui a mio avviso molto altro ancora potrebbe essere fatto!
Mi riferisco all'adeguamento delle infrastrutture pubbliche e, soprattutto, all'abbattimento delle barriere architettoniche ancora troppo presenti nelle abitazioni private.
La mia riflessione scaturisce delle innumerevoli difficoltà che ho incontrato, sia nella fase iniziale della mia esperienza a Ravenna sia successivamente, nella ricerca di un alloggio idoneo a ospitare una persona disabile, visto che la maggior parte delle strutture recettive non sono accessibili in carrozzina.
Un retaggio, questo, che è decisamente ora di cambiare.