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Torna 'Giocando senza frontiere'

Giovedì 31 maggio a Ravenna 200 atleti con disabilità si sfideranno in diverse discipline sportive

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«Perché lo sport è per tutti» è lo slogan che accompagna anche la quarta edizione di Giocando Senza Frontiere, la manifestazione sportiva dedicata a tutte le persone con disabilità di età compresa fra i 18 e i 65 anni dei servizi diurni e residenziali gestiti dalle cooperative sociali della provincia di Ravenna.

L'evento, organizzato dalla Cooperativa sociale La Pieve con CSI di Ravenna, si terrà giovedì 31 maggio dalle 9 alle 15 presso il campo di atletica “E. Marfoglia” a Ravenna, messo a disposizione gratuitamente dalla presidente della Atletica Ravenna Giovanna Baroni.

 

Il programma sportivo di Giocando senza frontiere

Dopo l'ottimo riscontro registrato nelle passate edizioni, in questo quarto anno sono attese circa 300 persone tra atleti e accompagnatori, provenienti dai servizi di Ravenna, Cervia, Faenza, Lugo e Rimini.
I partecipanti si cimenteranno in diverse attività:

  • velocità 25 m,
  • staffetta a squadre con passaggio di testimone,
  • percorso di motricità globale,
  • marcia 400 metri,
  • lancio del vortex
  • corsa delle carrozzine 

 

Il progetto ideato da Gabriella Zivanov e Silvia Manganelli, socie della cooperativa sociale La Pieve, ha lo scopo di far vivere un'esperienza sportiva e umana impareggiabile alle persone con disabilità.

«Eventi come Giocando senza frontiere – sottolinea Gabriella – spesso costituiscono la risposta più adatta e più forte contro l'indifferenza e la speculazione di cui troppo spesso le persone con disabilità sono oggetto; per questo la nostra cooperativa ha deciso di realizzarlo per il quarto anno consecutivo».

Questa edizione inserita nel progetto SPORT, SALUTE e SOCIALITA' ideato da CSI Ravenna in collaborazione con Sol.Co Ravenna, Cooperative Progetto Crescita, Il Germoglio, CEFF oltre la Cooperativa La Pieve, ha coinvolto in attività di integrazione e sport i ragazzi dalla scuola sino all'età adulta.

Lo sport è uno strumento educativo su cui si deve lavorare per l'autonomia, il potenziamento di capacità in prospettiva della crescita dell'autostima.

«Non ci si può fermare ad attività sporadiche ma è necessario proporre un'attività continua, strutturata e improntata ad un continuo migliorarsi - conclude Gabriella -. Lo sport è un diritto fondamentale di tutte le persone umane e la grande partecipazione registrata non fa altro che rafforzare questo pensiero».


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